Quel balcone in Calabria

Casa rimane sempre quella in Calabria. Perché casa non è la struttura di muri portanti, porte, finestre e tetto. Casa è molto di più.

Il 31 d’agosto c’è una storia che nasce e un’estate che muore”, con queste parole termina il brano di Brunori Sas, il nostro cantautore Calabrese. Siamo ai primi di Settembre e l’estate sembra essere effettivamente finita, vuoi per un refrigerio che ha mitigato l’afa estiva, vuoi perché le “ferie” sono finite e si ritorna in città. Le ferie, poi, per chi le ha avute e ne ha potuto godere perché, purtroppo, questo anno e questa estate sono stati indelebilmente segnati da un virus che ci ha costretti a modificare le nostre vite, la nostra quotidianità, ma non le nostre tradizioni!

Ogni anno, d’estate, è tradizione che chi è emigrato, “al nord” o in qualsiasi parte del mondo, torni a casa, in Calabria. Anche se la propria casa è quella in cui vive 350 giorni l’anno, “casa” rimane sempre quella in Calabria. Perché casa non è la struttura di muri portanti, porte, finestre e tetto. Casa è molto di più!

La casa in Calabria è fatta di persone, parenti e amici, è fatta di luoghi, come la piazza del paese, il fresco di un albero in montagna o la spiaggia dei nostri mari, ma è fatta anche di cibo e bevande.

La situazione anomala, questo anno, ha condizionato le ferie estive degli Italiani e di tanti Calabresi che hanno scelto di rimanere in Italia preferendo il Sud, tra cui la Calabria, anziché andare in altri posti o all’estero. Bene! Benissimo! Finalmente i sociali sono stati inondati di foto di luoghi, persone e vivande scoperte o riscoperte.

Anche le mie ferie hanno subito l’effetto virus, sicuramente meno di chi, purtroppo, ha sofferto o perso molto di più. Le mie sono durate solo 4 giorni, a casa in Calabria. Il tempo per 2 bagni a mare, il tempo per gli abbracci in sicurezza alla famiglia e agli amici (n.b. prima di tornare ho fatto il test sierologico e appena arrivato ho fatto il tampone in via precauzionale), il tempo per una cena di pesce in riva al mare, di una soppressata in montagna, il tempo per partecipare al matrimonio di un caro amico (anche questo nel rispetto delle normative vigenti), il tempo di vedere ancora una volta il viso di mia madre con un velo di malinconia, nel salutarmi ,perché sa, come lo so io, che passeranno altri mesi prima di poter tornare, e di poter tornare ad affacciarmi dal balcone di casa mia, nella mia Calabria bellissima!