Pietra Cappa: il grande volto della Calabria

Nei giorni di pioggia e di vento, i pastori odono le grida.

Mi muovo lungo un isoterma. Sulla carta del mio tempo. Punti della mia terra. Del mio mare. Della mia gente.

La valle delle grandi pietre è un punto importante.

Natile. Mi apre la porta di casa.

Desideravo da tanto camminare in quest’angolo di Aspromonte. I luoghi ci chiamano. Ci parlano.

Ora ve lo racconto.

Natile è un signore alto, magro. Ha gli occhi grandi e neri con cui scruta il forestiero. Un animo curioso e saggio. Conosce tante storie. È gentile ma introverso e solitario. Veste sempre di grigio. Sempre.

Ci siamo osservati. I dettagli. Abbiamo dialogato silenziosamente. Gli ho posto molte domande, alcune implicite. Lui è scaltro, le ha colte tutte. Abbiamo mantenuto le giuste distanze comunicative. La dimensione tra noi è tangibile.

Lo attraverso.

6 ore di cammino. Sentiero intenso.

Incontro mucche in pascolo. Giovani cacciatori. Volti achei. Occhi profondi come il mare. Mani forti. Profumo di accoglienza.

Il paesaggio è di un silenzio immobile. Il tempo è sgombro da timori.

Tutto ciò che mi circonda, mi prepara all’incontro con la Regina: il casello di San Giorgio mi regala riposo e riflessione; le rocche di San Pietro fascino e mistero.

Il custode del cielo, ha imprigionato le urla di dolore di Gesù. Qua! In eterno. Nei giorni di pioggia e di vento, i pastori odono le grida. Narra una leggenda.

829 metri s.l.m.. Mi abbandono all’ascolto. Capisco che ogni cosa è in sé perfetta. Il mondo nella sua immobilità, data dalla distanza che lo separa da noi appare soprannaturale. Ma quando diminuisce, la bellezza si veste di complessità.

Pietra Cappa, non ha un volto. Ne possiede tanti. Tantissimi. Ha pareti resilienti alla forza del vento e del destino. Custodisce passi di vecchi monaci basiliani.

I pensieri si infittiscono e mi trascinano sulla strada del ritorno.

 

Il silenzio.

 

Arrivo in paese. Natile è stanco. Si siede su una vecchia sedia sull’uscio di casa. Un raggio di sole gli illumina il volto. Lo saluto. Gli lascio un pò del mio sorriso.

Tutto si è fermato.

Lui non lo sa, ma si è affacciato e mi ha urlato: << Teresa, ritorna. Le risposte! >>. Ho proseguito al suono di quelle parole mai dette.

Natile vive nel silenzio. Un silenzio frastornante.

Il giorno sta scemando. Occhi lucidi, i miei. Spero di ritornare.

E “se un luogo è uno stato d’animo”, Natile e Pietra Cappa vestono i veri abiti calabresi. Pura bellezza.