Cittanova: perdersi nello stupore

Il risultato: che più i nostri luoghi si svuotano più si riempiono di nostalgia. Un fiume in piena!

Giugno. Domenica. A2. Svincolo per Rosarno.

Sono con Mariagabriella. Compagna di trekking. Stesso amore viscerale per la nostra Terra.

Navigatore attivo, segnaletica. Abbiamo il coraggio di perderci. Ridiamo. Fermiamo (letteralmente!) una vecchia Fiat Uno bianca. Due signori anziani. Sorriso genuino. Ci aiutano con una spaventosa cortesia. Li seguiamo fino ad un bivio.

Arriviamo a Cittanova.

Continuiamo a perderci. A ridere. A chiedere informazioni (mi piace da matti!). È così che conosco l’anima di un posto.

La cittadina è avviluppata in storie che non vengono più raccontate. L’architettura è sobria. Per strada nessun dialogo. I pochi sguardi, li incroci tutti. Salutano. Ricambio. La chiesa Matrice. La chiesa di Santa Maria della Catena. La villa comunale. Cupole bianche svettano armoniose tra i tetti. Eleganza e storia fanno da cornice.

Ci dirigiamo verso il torrente Vacale. Confine tra la Baronia di San Giorgio e il Ducato di Terranova (vecchia storia).

Si cammina. Passi chiacchierati.

Boschi. Mulini. Frantoi. Fiume.

Abbiamo guadato il torrente con facilità. Il letto è costellato da pietre bianche. Forme. Cuori. Cuori calabresi che dalla “piccola foce” (“βουχαλι” – boucali) vogliono arrivare al mare. Sarà forse una connessione? Un segno del destino? Figlio dell’emigrazione degli anni ’50,  Mauricio Macri. Ex presidente argentino, la cui famiglia è originaria di San Giorgio Morgeto e Polistena. Territori al confine.

La Calabria la incontreremo ovunque. Il risultato: che più i nostri luoghi si svuotano più si riempiono di nostalgia. Un fiume in piena!

Tempo di rientrare. Ho i piedi stanchi ma l’anima in pace. Porto a casa un sassolino, riflessioni e nuove conoscenze.

Polistena. Ci perdiamo nuovamente (non è uno scherzo!). Rincontriamo il signore della Fiat Uno bianca. Ridiamo assieme della straordinaria coincidenza. Apertura e chiusura del sipario.

In macchina. Pensieri che guidano senza prudenza.

In “un posto di Calabria” (così), urge un nuovo umanesimo. Non serve la Costituzione. Ma occhi nuovi. Io intanto vi presto i miei!