CalabriAvventure: Cascate del Marmarico, Bivongi

Viaggiare, esplorare, conoscere e poi infine (e in modo mai scontato e sempre diverso) emozionarsi davanti agli spettacoli che sono disseminati in tutti gli angoli dei nostri 15.222 km2 di territorio.

Solo da qualche anno a questa parte mi sono resa conto di quanta ricchezza avevo proprio a due passi da casa e quanta poca ne conoscessi. E così, ho deciso di porre rimedio a questa mia mancanza e mi sono promessa di andare a visitare quanti più di questi luoghi mi è possibile, ogni volta che torno in Calabria. Il momento perfetto per farlo è l’estate ovviamente, perché è il periodo più lungo che trascorro giù ed è anche il momento in cui la maggior parte degli amici fuori sede rientra e si sa, condividere le proprie avventure con qualcun altro rende tutto più speciale e divertente.

Ed è proprio di uno di questi luoghi, in cui mi sono avventurata giusto l’estate scorsa, di cui voglio raccontare. Ferragosto: mentre tutti sono al mare, noi siamo a Bivongi, piccolo comune della provincia di Reggio Calabria, meta scelta non a caso ma perché il paese ospita uno di quegli spettacoli di cui accennavo sopra cioè la cascata del Marmarico.

La cascata del Marmarico, con i suoi 114 metri d’altezza, è la cascata più alta della regione e si trova nell’alto corso della fiumara Stilaro. Un piccolo tesoro prezioso incastonato nella vegetazione fitta e rigogliosa e ben nascosto in un punto raggiungibile con percorsi tortuosi e dissestati. Ciò che dà valore aggiunto a questo luogo infatti, è il modo di arrivarci, che noi abbiamo scoperto anche un po’ a caso.

Arrivati a Bivongi ci rendiamo conto di essere le uniche forme viventi a circolare nelle strette vie del paese (d’altronde era anche normale visto che era l’ora di pranzo del giorno di Ferragosto) quindi non sappiamo a chi chiedere indicazioni e Google Maps non sembra essere nostro alleato. Finché, completamente per caso, ci troviamo davanti un grande cartellone con scritti i numeri di riferimento di un’associazione locale che si occupa del servizio navetta che porta alla cascata.

Dopo la chiamata, non passano dieci minuti ed ecco che giunge una signora a bordo di una Panda che ci fa segno di seguirla con le nostre auto per portarci fino al punto in cui avremmo dovuto parcheggiarle.

All’onesto prezzo di 15 euro a/r (da dividere fra tutti), saliamo su questa enorme jeep guidata da un signore del luogo che, con fare un po’ divertito, ci invita a tenerci forte.

La jeep inizia ad inoltrarsi in un sentiero sterrato che si fa man mano più stretto, al punto che si dubita che lo spazio sia sufficiente a sopportare il passaggio della grossa vettura. Tra piccole e ripidissime salite e discese, frastagliate dalla presenza di rocce, il signore guida veloce e sicuro e noi seduti ammassati cerchiamo di reggerci per non sbattere gli uni contro gli altri, non riuscendo comunque a smettere di ridere per la strana situazione. D’un tratto ci stupiamo nel vedere che da un lato abbiamo la parete rocciosa della montagna, e dall’altro lo strapiombo. L’aria è carica di adrenalina e dopo venti minuti di tumultuoso tragitto si arriva finalmente al punto in cui bisogna proseguire a piedi per altri venti minuti circa.

Gli ultimi venti minuti di cammino prima di arrivare a destinazione, si snodano in un percorso abbastanza semplice, ma comunque molto stretto.

Quando la stanchezza comunque, comincia a impossessarsi delle gambe, si sente in lontananza lo scrosciare dell’acqua che avverte di essere arrivati. Pochi passi ancora e lo spettacolo che ti si pone di fronte ti fa dimenticare la fatica, il sudore, la fame e l’assurdo viaggio fatto per arrivare fin laggiù.

Basta alzare lo sguardo per meravigliarsi e rendersi conto di essere molto piccoli in confronto a quelle alte pareti rocciose dalle quali l’acqua si butta a capofitto. Ed è proprio la sotto che c’è una piccolissima piscina naturale in cui quell’acqua pura e freschissima si raccoglie. Per fare il bagno bisogna avere una bella dose di coraggio perché la temperatura dell’acqua è estremamente fredda, ma è un’esperienza che vale assolutamente la pena portare a casa.

Per gentile concessione di Marta Cerminara

Per quanto insidioso, è un luogo che permette di restare lì seduti fra le “comode” rocce come fossero dei posti in prima fila per quello spettacolo di natura incontaminata. Se poi ci si ricorda di portarsi dietro qualche panino e un quantitativo adeguato di vino, il piacere che ne se trae è ai massimi livelli.

 

 

N.B. Tutte le foto sono realizzate da Marta Cerminara e si trovano su questo sito per gentile concessione della stessa.